Con l’avanzare della tecnologia sono stati modificati anche i lampeggiatori elettronici, quando le macchine erano ancora a pellicola.
Diversi modi di utilizzo
Mentre i primi lampeggiatori elettronici emettevano un lampo sempre della stessa potenza, sulla nuova generazione divenne possibile dosare la potenza del lampo. È così ancora oggi, ma siamo andati molto più avanti.
Sul lampeggiatore si selezionava il diaframma scelto per la foto da scattare e gli ASA della pellicola. Una fotocellula del lampeggiatore leggeva la luce riflessa dal soggetto per interrompere il lampo quando l’illuminamento era sufficiente.
Lampeggiatore automatico, sul frontale in basso, appena sopra la slitta, è visibile la fotocellula.
È bene chiarire che la quantità di luce emessa da un lampeggiatore elettronico si dosa interrompendo anticipatamente l’emissione del lampo. In pratica, la potenza massima è data dalla quantità di carica elettrica immagazzinata in un condensatore. Noi possiamo lasciare che il condensatore scarichi tutta la sua carica sulla lampada, oppure possiamo interrompere la scarica. L’intensità istantanea della luce del lampo è sempre la stessa, ciò che varia è la durata del lampo.
Cosa cambia con le reflex
Con l’avvento delle reflex automatiche, anche i lampeggiatori si ammodernarono. Non era più necessaria la fotocellula perché era la fotocamera stessa a leggere l’esposizione, la distanza dal soggetto attraverso l’obiettivo (da cui il termine TTL, Through The Lens) e a gestire il lampeggiatore dosando l’intensità del lampo.
Il lampeggiatore TTL professionale della prossima immagine ha due parabole, una grande sopra e una più piccola sotto. In quest’ultima, sulla sinistra, è ben visibile la fotocellula che serviva qualora non si disponesse di una fotocamera predisposta per il TTL.
La parabola grande poteva essere ruotata lateralmente e verticalmente per illuminare il soggetto con luce riflessa dal soffitto o da una parete.
Lampeggiatore elettronico TTL professionale degli anni ’90.
Come calcolare l’angolo di campo per una foto perfetta
Come detto nel precedente articolo, la luce emessa dal lampeggiatore è racchiusa in un determinato angolo di campo. Il numero guida del lampeggiatore dipende anche da questo.
Quando il soggetto è molto distante, ad esempio una persona a 20 m, potremmo utilizzare un obiettivo 200 mm per inquadrarla a pieno fotogramma. L’angolo di campo di un 200 mm è circa 12°, non ha senso distribuire la quantità di luce di cui disponiamo in un angolo di 40°, perché probabilmente non sarebbe sufficiente a illuminare in modo adeguato il soggetto molto distante.
Così, le parabole dei lampeggiatori sono diventate ad angolo di campo variabile, controllate direttamente dalla fotocamera in base alla lunghezza focale dell’obiettivo. Ovviamente, variando l’angolo di campo del lampeggiatore varia anche il numero guida.
Oggi le fotocamere mirrorless e reflex digitali sono tutte TTL e sono disponibili dei lampeggiatori dedicati, generalmente prodotti dal fabbricante della fotocamera, incredibilmente sofisticati e automatizzati (ma ne parleremo meglio nei prossimi articoli).
Immagine di copertina: © Pixabay
