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28 Feb 2025

Fuori dal mondo reale: il rischio hikikomori in Italia

Antonio Tintori, Loredana Cerbara, Giulia Ciancimino
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Il ritiro sociale è una forma acuta di isolamento volontario e prolungato meglio conosciuta con il termine hikikomori, coniato in Giappone negli anni 70 dallo psichiatra Tamaki Saitō. Si tratta di una condizione non direttamente dipendente da problematiche di ordine psicologico, bensì di un fenomeno multidimensionale connesso a fattori relazionali. Il fenomeno originariamente osservato in Giappone ebbe una connotazione non generalizzabile, per via delle peculiarità culturali nipponiche in particolare del dopoguerra, che esasperavano il legame madre-figlio, l’assenza del padre e l’ipercompetitività nel sistema educativo e lavorativo.

 

Cosa succede in Italia

Con un recente studio del nostro gruppo di ricerca, MUSA del CNR-Irpps, condotto su circa 8000 adolescenti e pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports del gruppo Nature, siamo riusciti a risalire all’eziologia di un similare fenomeno in Italia, dimostrando che si tratta di un problema ampio e già cronicizzato connesso all’interazione di fattori di degrado relazionale e (solo) di conseguenza psicologici. È prassi piuttosto consolidata intervenire sui problemi visibili, quelli che si esteriorizzano agli occhi di tutti: stati depressivi, ansia, insoddisfazione, incapacità di gestire le emozioni negative, ecc. L’origine del problema, quella su cui invece non si interviene, è però altra e a monte: si tratta di inediti mutamenti nell’intersoggettività umana, privi di precedenti storici, che nulla hanno a che vedere col tradizionale fenomeno hikikomori giapponese, sebbene gli esiti appaiano sovrapponibili.

In Italia, così come in altri Paesi a economia cosiddetta avanzata, la graduale trasposizione dell’interazione adolescenziale dal piano reale a quello virtuale, associata a iperconnessione, ossia alla sovraesposizione ai social media (oltre 4 ore al giorno nei giorni feriali), sta infatti acuendo e generando una serie di fenomeni negativi che si evidenziano in particolare tra le fasce giovanili della popolazione. Non si tratta solo di isolamento e disagi, ma anche di violenza e ideazioni suicidarie.

 

Adolescenti sempre più solitari

Analizzando migliaia di casi attraverso avanzate tecniche di modellizzazione statistica, siamo riusciti a suddividere gli adolescenti italiani in tre profili:

  • le “farfalle sociali”, giovani estroversi a cui piacciono molto le relazioni reali e ripongono un buon grado di fiducia verso amici e adulti. Sono circa 4 su 10 e il loro numero è rimasto pressoché stabile da prima a dopo la pandemia;
  • gli “amico-centrici”, calati da 5 a 2 su 10 dal 2019 al 2023, che frequentano gli amici dal vivo, ma sono anche molto connessi al mondo virtuale;
  • i “lupi solitari”, quasi triplicati nel corso degli anni di osservazione, attestandosi oggi a 4 su 10. Quest’ultimo profilo è quello a rischio, dato che riguarda ragazzi e ragazze che hanno in modo significativo diminuito l’abitudine a trascorrere il tempo libero faccia a faccia con gli amici, ed è al suo interno che è stato identificato il sotto-gruppo più critico, composto da giovani che non incontrano più i loro amici nel mondo extrascolastico, il cui numero è quasi raddoppiato dopo la pandemia, passando dal 5,6% del 2019 al 9,7% del 2023. Questo sotto-gruppo riguarda i ritirati sociali: 1 adolescente su 10.

Il fenomeno già oggi è traversale, endemico. Riguarda più le ragazze perché sono loro le più iperconnesse, ma non presenta differenze sostanziali per appartenenza geografica, tipo di scuola frequentata o sulla base del background socio-culturale ed economico familiare. Ragazzi e ragazze sono invece associati da assenza di concreti modelli di riferimento tra gli adulti e quindi da una scarsa qualità delle relazioni sociali, in particolare con la madre, e bassa fiducia verso gli educatori: genitori, ma soprattutto insegnanti. Sono certamente giovani iperconnessi, talvolta vittime di bullismo e cyberbullismo, che non praticano sport e sono preda delle pressioni sociali che, veicolate dai social media, spingono a un successo sociale effimero, spesso caratterizzato da irraggiungibili ideali estetici che altro non fanno che erodere l’autostima sviluppando un senso di inadeguatezza verso il mondo reale.

 

Siamo già in emergenza

Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti e conferme scientifiche – a cui speriamo ci condurrà il nostro nuovo progetto “Mutamenti Interazionali e Benessere” (MIB), con il quale stiamo costruendo un campione composto da migliaia di adolescenti che seguiremo nella crescita per cinque anni consecutivi – già appare piuttosto certo che gli attuali ritirati sociali stiano gradualmente abbandonando anche le relazioni virtuali, in tal modo approssimandosi concretamente alla condizione di hikikomori, ossia alla rinuncia totale e irreversibile della socialità.

Il fatto che quanto scoperto possa divenire, se ancora ignorato, un’emergenza sociale senza precedenti, è abbastanza evidente se consideriamo che stiamo pressoché inconsapevolmente vivendo un nuovo paradigma di comunicazione umana, più complesso, insicuro e imprevedibile dei precedenti. Ciò sta rendendo l’identità giovanile troppo instabile, alterata dalle sue auto-rappresentazioni in ambienti virtuali. Sfugge, agli adolescenti, il loro ruolo sociale, assieme a sogni e aspettative. Il risultato è non sapere più chi si è.

Tutto questo troppo spesso sta avvenendo sotto gli occhi e in assenza di modelli di riferimento da parte del mondo adulto. Seppur sia vero che l’adolescenza è sempre un’età critica, i dati e le conclusioni precedenti sollecitano la domanda: sono più problematici gli adolescenti o gli adulti di oggi?

Antonio Tintori, Loredana Cerbara, Giulia Ciancimino
Antonio Tintori: Scienziato sociale, sociologo, responsabile del gruppo di ricerca MUSA del Consiglio Nazionale delle Ricerche, presidente del Comitato Unico di Garanzia del CNR, già docente di metodologia delle scienze sociali presso l’Università La Sapienza di Roma.
Loredana Cerbara: Ricercatrice presso l'Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del CNR, statistica ed esperta nella produzione e analisi dei dati nell'ambito degli studi di popolazione.
Giulia Ciancimino: Assegnista di ricerca presso l’istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del CNR, si occupa di mutamenti di atteggiamenti e comportamenti della popolazione, disuguaglianze economiche e coesione sociale.
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