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27 Ago 2018

Mamma neandertaliana e papà denisoviano: questa la famiglia di una ragazza di 90.000 anni fa

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Quelli che osservate nella foto sono frammenti di ossa. Più piccoli di una chiavetta USB, sicuramente non riconoscibili a un occhio non esperto, questi piccoli resti hanno custodito per 90.000 anni una storia genetica speciale. La storia di una ragazzina che aveva una mamma neandertaliana e un papà denisoviano. Questa è la prima volta in cui gli scienziati hanno identificato un individuo antico i cui genitori appartengono a due distinti gruppi umani. L’eccezionale scoperta è stata descritta nell’articolo pubblicato alcuni giorni fa su Nature.

Quelli che osservate nella foto sono frammenti di ossa. Più piccoli di una chiavetta USB, sicuramente non riconoscibili a un occhio non esperto, questi piccoli resti hanno custodito per 90.000 anni una storia genetica speciale. La storia di una ragazzina che aveva una mamma neandertaliana e un papà denisoviano. Questa è la prima volta in cui gli scienziati hanno identificato un individuo antico i cui genitori appartengono a due distinti gruppi umani. L’eccezionale scoperta è stata descritta nell’articolo pubblicato alcuni giorni fa su Nature.

 

Il ritrovamento in Siberia

 

Lo studio è stato guidato dai paleogenetisti Viviane Slon e Svante Pääbo del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig, in Germania. Il gruppo di ricercatori ha condotto l’analisi del genoma del singolo frammento di ossa rinvenuto nella grotta di Denisova, sui monti Altaj, in Siberia, il medesimo luogo famoso per aver dato il nome agli uomini di Denisova, un gruppo di esseri umani estinti, identificati per la prima volta nel 2008 sulla base della sequenza di DNA ricavata da una falange. La caverna – e tutto il territorio dell’Altaj – doveva essere stata in passato anche il rifugio di alcuni Neanderthal e, probabilmente, il posto in cui i genitori della ragazza a cui apparteneva il frammento osseo analizzato si sono conosciuti.

 

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La lunga storia di Denny

 

Gli scienziati avevano ritrovato i resti di Denny – come è stata chiamata affettuosamente questa antica ominide – parecchi anni fa, in una raccolta di più di 2000 frammenti di ossa non identificati, analizzati per ricercare tracce di proteine umane. Il 2006 è stato l’anno della datazione con il Carbonio-14: il campione apparteneva a un essere umano vissuto più di 50.000 anni fa. Questo confine cronologico è dovuto alle limitazioni della tecnica di datazione ma, grazie a successive analisi genetiche, è stata confermata un’età pari a 90.000 anni. Si è poi passati all’analisi del DNA mitocondriale, appartenente a un Neanderthal.
Il DNA mitocondriale, però, ci dà solo una parte del quadro d’insieme poiché le informazioni in esso contenute sono trasmesse di madre in figlio, lasciando nell’ombra l’identità paterna.

 

Incroci

 

Nell’ultimo esame effettuato, il team di ricerca ha sequenziato il genoma del frammento e ha confrontato le variazioni presenti nel DNA con quelle di tre altri ominidi: un Neanderthal e un Denisova, entrambi ritrovati nella grotta di Denisova, e un uomo moderno proveniente dall’Africa. Circa il 40% dei frammenti di DNA del campione corrispondevano a quelli del Neanderthal, mentre un altro 40% era denisoviano. Attraverso il sequenziamento è stato anche possibile determinare il sesso e, misurando alcune caratteristiche delle ossa, l’età di Denny: una donna di 13 anni. Giunti a questo punto della ricerca, gli studiosi si sono domandati se i genitori della giovane fossero un Neanderthal e un Denisova o se provenissero da una popolazione di ibridi. Ulteriori approfondimenti hanno dimostrato che la ragazza, vissuta in Siberia 90.000 anni fa, era la figlia di un uomo e una donna appartenenti a gruppi umani distinti.

 

La prima prova diretta

 

La comunità scientifica era già a conoscenza di possibili ibridazioni, considerando i pattern di variabilità genetica presenti negli esseri umani antichi e moderni. Denisoviani e neandertaliani devono essersi incrociati tra loro, così come con individui di Homo sapiens. Fino a ora, però, nessuno aveva trovato la prole di prima generazione di questi “incontri”: prima di questa scoperta, la prova migliore di un rapporto così stretto tra gruppi di ominidi era stato trovato nel DNA di un campione di Homo sapiens che mostrava una parentela con i Neanderthal all’interno delle precedenti 4-6 generazioni.

 

Potrete conoscere un altro interessante capitolo della storia degli uomini acquistando e leggendo l’articolo “Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio” di Pasquale Pellegrini e Günther Kaufmann, pubblicato nel numero di Sapere di aprile 2017.

 

Immagine di copertina: frammento di osso (Denisova 11) ritrovato nel 2012 all’interno della Grotta di Denisova, in Russia, dagli archeologi russi. Appartiene alla ragazza nata da una madre Neanderthal e un padre Denisova. Credits: T. Higham, University of Oxford

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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