Il virus Zika usato contro il tumore al cervello
Il virus Zika potrebbe avere un "lato positivo": secondo un nuovo studio, infatti, potrebbe essere impiegato per combattere una forma aggressiva di cancro al cervello, il glioblastoma.
Il virus Zika potrebbe avere un "lato positivo": secondo un nuovo studio, infatti, potrebbe essere impiegato per combattere una forma aggressiva di cancro al cervello, il glioblastoma.
Il virus Zika ha destato preoccupazione soprattutto nelle donne incinte a causa delle anomalie nel cervello dei feti che si è dimostrato in grado di produrre. Una nuova ricerca, tuttavia, suggerisce che potrebbe attaccare anche le cellule del cervello degli adulti.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il virus Zika è ormai "un'emergenza sanitaria mondiale". Il virus, che si trasmette con la puntura di zanzara e si è diffuso in Sudamerica, ha fatto registrare disordini neurologici e casi di microcefalia.
Un team di scienziati della Rockefeller University ha identificato una nuova, potente arma contro il virus Zika nel sangue delle persone che sono state infettate dal microrganismo patogeno: anticorpi che potrebbero portare a nuovi modi di combattere la malattia e probabilmente a un vaccino.
Isolato un anticorpo umano che mostra di "ridurre sensibilmente" l'infezione del virus Zika nei topi. E l'esercito USA sta già sperimentando un vaccino...
Il 2016 è stato un anno d'oro per la scienza. La rivista Nature ha stilato una lista degli avvenimenti più importanti di quest'anno.
Anno 1947, foresta di Zika, Uganda. Nella penombra della fitta vegetazione un gruppo di cacciatori controlla sei macachi ingabbiati, ne esaminano il loro stato di salute, ne misurano la temperatura corporea e ne valutano le condizioni generali. Le scimmie non sono le loro prede, sono solo delle esche: quegli uomini sono cacciatori di virus. Negli anni '40 molti microrganismi sono stati scoperti da gruppi come quello: il virus della febbre della Rift Valley, quello della febbre gialla, il virus Bunyamwera, e tanti altri.
Dopo qualche giorno, uno dei sei macachi ha la febbre e viene trasportato nei laboratori della città di Entebbe, che allora era la capitale del protettorato britannico dell'Uganda. La scimmia guarisce dopo qualche giorno, ma dal suo sangue viene isolato un nuovo patogeno: il virus Zika, detto anche, all'inglese, Zika virus. Tre anni dopo si scoprì che il virus si trasmette attraverso la puntura di alcune zanzare e che può infettare anche l'uomo.
Il virus Zika può vivere anche negli occhi: scienziati hanno trovato suo materiale genetico nelle lacrime di alcuni topi.
Una delle difficoltà nell'affrontare virus come Ebola e Zika è che si tratta di microrganismi molto diversi tra loro, e ognuno di essi può mutare e creare ceppi differenti. Per far fronte a questo ostacolo, gli scienziati cercano di individuare le caratteristiche comuni dei virus, che potrebbero essere utilizzate per sviluppare un vaccino capace di combattere qualsiasi infezione. Ora, un gruppo di ricercatori dell'IBM sostiene di essersi avvicinato a questo obiettivo.