Visto che da qualche parte bisogna iniziare, parliamo dell’Articolo 7 (competenze del dirigente scolastico) e, in particolare del comma 4. Mi sto riferendo al disegno di legge della Buona Scuola, il cui testo è a questo link di Tuttoscuola.
Ecco il comma 4:
“I ruoli del personale docente sono regionali, articolati in albi territoriali, suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto. Gli Uffici scolastici regionali definiscono l’ampiezza degli albi territoriali, anche in funzione della popolazione scolastica. Al personale docente già assunto a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore della presente legge non si applica la disciplina dell’iscrizione negli albi territoriali e di proposta dell’incarico da parte del dirigente scolastico di cui al comma 1, salvo che in caso di mobilità territoriale e professionale, all’atto della quale anche i docenti in questione sono iscritti negli albi di cui al comma 4.”
Quindi.
Supponiamo che io sia un docente. Da 10 anni insegno nel Liceo “Pinocchio e Pollicino” e, tutto sommato, vorrei cambiare aria. Nuovi stimoli, nuove sfide, un avvicinamento alla famiglia perché mi sono nati tre gemelli o alla morosa che si è trasferita. Chiedo la mobilità e finisco in un Albo territoriale, come descritto sopra.
Di lì, mi ci può togliere solo un Dirigente che mi chiama ad personam, sulla base dei criteri descritti nel comma 3.
In che modo, un Dirigente, può decidere di chiamarmi? Mi conosce personalmente? Ha sentito parlar bene di me? Oppure si informa sulla scuola di provenienza, chiede una referenza al suo collega? E, in che modo, un Dirigente decide di non chiamarmi? Sulla base del fatto che il suo collega gli dice che sono bravo ma rompiscatole? Che non mi interessa il calcio? Che sono gay, di sinistra, di destra, che amo De André, che leggo solo la Gazzetta della Sport? Oppure mi chiama per quelle ragioni?
A occhio verrebbe da dire che la scuola, per essere migliorata, ha bisogno di criteri oggettivi e non di chiacchiere o di varie appartenenze. Forse qualcosa si potrebbe "copiare" dalla comunità scientifica, che pure ha lei stessa i suoi problemi, ma che - ormai da molti decenni - ha fatto della valutazione (e non delle chiacchiere) un criterio portante.
Non aggiungerei altro. Ne vogliamo parlare?