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30 Dic 2014

Vaccino esavalente e autismo: la verità degli ultimi 25 anni

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Continua a far riflettere la decisione comunicata di recente dal Ministero della Salute riguardo il pagamento a vita di un assegno bimestrale a un piccolo paziente con autismo, a cui nel 2006 è stato iniettato il vaccino esavalente, prodotto dalla GlaxoSmithKline.

Continua a far riflettere la decisione comunicata di recente dal Ministero della Salute riguardo il pagamento a vita di un assegno bimestrale a un piccolo paziente con autismo, a cui nel 2006 è stato iniettato il vaccino esavalente, prodotto dalla GlaxoSmithKline. Il Tribunale del Lavoro di Milano ha, infatti, definito “acclarata la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia”, suscitando così non poche preoccupazioni tra i genitori e gli specialisti.

 

Ma qual è il legame tra vaccini e autismo?  

Secondo il medico legale incaricato delle indagini, Alberto Tornatore, “è probabile che il disturbo autistico del piccolo sia stato concausato, sulla base di un polimorfismo che lo ha reso suscettibile alla tossicità di uno o più ingredienti (o inquinanti), dal vaccino Infanrix Hexa Sk”. Una probabilità che ha spinto il tribunale a sostenere la sentenza emessa. C’è, dunque, un reale rischio di autismo? Difficile rispondere a questa domanda, mentre è importante sottolineare che ci siano cause e concause più profonde che hanno provocato l’insorgere della patologia nel piccolo paziente protagonista dell’indagine. Per fare chiarezza, è bene ricordare che il vaccino esavalente, la cui procedura prevede una tripla somministrazione nel primo anno di vita del bambino, è indicato per proteggere da:  

  • poliomielite
  • difterite
  • tetano
  • epatite B
  • pertosse
  • infezioni da Haemophilus influenzae di tipo B

I dubbi e le polemiche legate ai rischi del vaccino non si risparmiano e, ormai da anni, l’opinione pubblica si divide tra i favorevoli e i contrari. Circa 25 anni fa, la rivista Lancet, aveva già mosso alcune perplessità riguardo al pericolo autismo. L’articolo, firmato dal medico britannico Andrew Wakefield, sosteneva che dopo il vaccino i pazienti potessero essere esposti a rischio di infezioni intestinali, legate alla sindrome di Kanner (autismo). Da quel momento in poi si è aperto un dibattito il cui fervore è rimasto attivo, portando alla luce anche false tesi e studi infondati. La stessa rivista ha successivamente ritirato l’articolo, pubblicato poiché basato su una realtà non scientificamente comprovata, come stabilito dal General Medical Council britannico. Altri due importanti studi, pubblicati nel 2011 sul British Medical Journal, hanno poi riaffermato l’infondatezza delle parole di Wakefield (radiato dalla professione medica), sottolineando che fosse mosso da ragioni ideologiche ed economiche più che scientifiche. Secondo le indagini di quegli anni, l’associazione tra autismo e vaccino può dipendere da altri fattori. Infatti:  

  • l’aumento dei casi di autismo negli ultimi anni ha portato a pensare a un’associazione con soluzioni farmacologiche con cui i piccoli vengono a contatto, come i vaccini;
  • spesso i sintomi dell’autismo regressivo si manifestano nello stesso periodo in cui viene somministrata la prima dose del vaccino MPR;
  • non bisogna dimenticare che nel corso dell’ultimo ventennio si sono succedute numerose indagini in Danimarca, Svezia, Finlandia, Stati Uniti eGran Bretagna che non hanno portato a prove a tal riguardo

 

Autismo: cause e terapie  

L’autismo, dunque, potrebbe nella maggior parte dei casi essere causato da disordini genetici che si manifesterebbero nei primi tre mesi della gravidanza. Purtroppo, un bambino con autismo presenta numerosi sintomi non sempre semplici da gestire. Molto si può fare con le tecniche psicologiche cognitivo-comportamentali che permettono di sviluppare una certa autonomia. Un percorso mirato di educazione e formazione, unito a una terapia farmacologica calmante (nel caso in cui il medico lo ritenga opportuno), sono le strade da seguire per aiutare questi pazienti.

 

Il caso italiano: le affermazioni del medico legale  

Entrando nello vivo della vicenda italiana, il medico legale ha consegnato una relazione di 18 pagine, analizzando “i “side effects” del vaccinoInfanrix Hexa Sk emersi durante la sperimentazione clinica pre-autorizzazione, fra l’ottobre 2009 e lo stesso mese 2011″. Il perito continua dicendo che “ci sarebbero cinque casi di autismo segnalati durante i trial, ma rimasti unlisted, ossia omessi dall’elenco degli effetti avversi sottoposto alle autorità sanitarie per l’autorizzazione al commercio”. Alla base del disturbo, “l’esistenza, recentemente confermata dall’autorità sanitaria australiana, di lotti del vaccino contenente un disinfettante a base di mercurio, oggi ufficialmente bandito per via della comprovata neurotossicità”.  A queste affermazioni, l’Agenzia del Farmaco non sembra rispondere con accertamenti particolari sul vaccino esavalente della GlaxoSmithKline che rimane controllato e valutato attentamente, come da solito iter. L’allarmismo che si scatena a seguito di queste vicende è, infatti, secondo le autorità sanitarie, considerato rischioso per la salute pubblica, perché mira a svalutare il valore di un farmaco che ha dimostrato, negli anni, la sua efficacia.  

 

Il vaccino è obbligatorio?  

La risposta è sì, almeno formalmente, per ragioni di sicurezza e tutela della salute. I genitori possono comunque decidere di sottrarre i bambini al consueto iter, non essendoci particolari sanzioni come in passato. Il rischio concreto a cui si va incontro è che gli adulti non abbiano più gli anticorpi contro la poliomielite e possano contrarla. Anche la parotite può degenerare in orchite, e la rosolia può provocare aborti spontanei nelle donne. Aumenta, dunque, il rischio epidemie e le conseguenti complicanze.  

 

Gli obiettivi del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale  

Secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, entro il 2015 dovrà essere raggiunto il mantenimento delle coperture vaccinali per le malattie da debellare definitivamente (come il morbillo), assieme a:  

  • un miglioramento delle coperture vaccinali nei soggetti ad alto rischio;
  • la definizione di un piano e di strategie vaccinali per i nuovi vaccini;
  • l’informatizzazione delle anagrafici vaccinali;
  • il potenziamento della sorveglianza epidemiologica;
  • un miglior controllo della cause delle malattie ai fini della prevenzione;
  • un piano di comunicazione e informazione costante.

Il dibattito, visto le recenti vicende, continuerà a essere fortemente animato, come continueranno a valutarsi le basi scientifiche e tutte le potenzialità dei vaccini per assicurare la migliore sanità possibile.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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