Un ricercatore cinese ha dichiarato di aver partecipato al primo editing genomico effettuato su due gemelle nate questo mese. Un’affermazione che ha provocato l’immediata reazione della comunità scientifica, tra lo stupore per l’applicazione della tecnica e la preoccupazione per i risvolti etici.
Un ricercatore cinese ha dichiarato di aver partecipato al primo editing genomico effettuato su due gemelle nate questo mese. Un’affermazione che ha provocato l’immediata reazione della comunità scientifica, tra lo stupore per l’applicazione della tecnica e la preoccupazione per i risvolti etici.
La notizia e la sperimentazione
He Jiankui, ricercatore specializzato nell’editing genomico, della Southern University of Science and Technology of China di Shenzhen, ha affermato di aver impiantato in una donna un embrione che era stato modificato in maniera tale da immunizzare il futuro bambino dall’infezione da HIV. La notizia è stata diffusa dal MIT Technology Review e, in seguito, ripresa dall’Associated Press, che ha intervistato He.
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La sperimentazione non è ancora stata verificata attraverso analisi indipendenti del DNA o la pubblicazione di un articolo scientifico ma, se ciò che è stato raccontato da He in un video su YouTube e nell’intervista di AP fosse vero, la nascita delle gemelle rappresenterebbe un caso rivoluzionario quanto controverso dal punto di vista scientifico ed etico. Il gruppo di ricerca, dopo aver ottenuto l’autorizzazione del comitato etico della struttura in cui lavora e il consenso informato dei pazienti coinvolti, avrebbe alterato 16 embrioni di 7 coppie durante i trattamenti per la fertilità (FIV, Fecondazione In Vitro). La modifica del genoma sarebbe avvenuta attraverso l’utilizzo della tecnica CRISPR-cas9 per inattivare il gene CCR5, il quale codifica per una proteina di membrana che si crede sia la porta di accesso dell’HIV.
Nel caso delle gemelle appena nate, Lulu e Nana, solo il padre era positivo all’infezione, una situazione in cui il rischio di trasmissione per via ereditaria è minimo. He, a tal proposito, ha voluto sottolineare che l’obiettivo del lavoro non era prevenire la trasmissione ma offrire alle coppie affette da HIV l’opportunità di avere un bambino che potesse essere protetto da un destino simile.
Alle porte dell’International Meeting on Genome Editing
Le notizia della nascita delle prime bambine geneticamente modificate è giunta ai ricercatori pochi giorni prima dell’inizio dell’International Meeting on Genome Editing, che avrà luogo a Hong Kong dal 27 al 29 novembre 2018. Tra gli obiettivi chiave dell’incontro c’è il raggiungimento del consenso internazionale riguardo ai protocolli di editing genomico per modificare ovuli, sperma o embrioni. Molti scienziati credono che imboccare la via della modifica genetica per mutare embrioni umani sarà inevitabile e che, proprio per questo, sia urgente la creazione di linee guida etiche prima che questo accada. L’annuncio di He, però, sembra aver bruciato le tappe.
Opinioni contrastanti
Nella news pubblicata su Nature sono riportate molte voci contrarie alla sperimentazione cinese. Joyce Harper, esperta di salute della donna e riproduzione presso la UCL (University College London), ha affermato: “Il report di oggi sull’editing genomico su embrioni umani per la resistenza all’HIV è prematuro, pericoloso e irresponsabile” riferendosi alla necessità di ulteriori studi per essere certi che le modifiche effettuate non causino danni collaterali e all’esigenza di una legislazione apposita e del dibattito pubblico. “Questo esperimento espone normali bambini sani ai rischi dell’editing genomico per un beneficio non realmente necessario” ha spiegato Julian Savulescu, il direttore dell’Oxford Uehiro Centre for Practical Ethics dell’Università di Oxford. Obiezione argomentata nell’articolo su www.apnews.com, da Kiran Musunuru, professore associato presso lo Stem Cell and Regenerative Biology dell’Università di Harvard: lo studioso ha specificato che anche se l’editing fosse riuscito alla perfezione, individui senza normali geni CCR5 rischiano di contrarre altri virus come il West Nile e l’influenza.
D’altro canto gli autori della ricerca, nel documento diffuso dalla stampa negli ultimi giorni, enfatizzano i lati positivi del loro operato. Come riportato dal sito ANSA: “‘alla luce della crescente competizione internazionale relativa alle applicazioni della tecnologia dell’editing del Dna’, il loro risultato ‘andrà oltre rispetto a quello che nel 2010 ha portato al Nobel la tecnica della fecondazione in vitro’. Nel documento si legge inoltre che la ricerca pionieristica nel campo della medicina ‘porterà all’alba di cure dal valore incalcolabile contro le più importanti malattie ereditarie'”.