Domani, Samantha Cristoforetti farà ritorno sulla Terra dopo una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale durata duecento giorni. Un record come donna (e come italiana) di permanenza nello spazio.
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I buchi neri luminosi che emettono getti di materia, che si trovano al centro di alcune galassie, potrebbero essere stati causati da una collisione galattica.
Perché le galassie muoiono? Uno dei motivi per cui possono smettere di produrre stelle è l'azione che buchi neri e supernove compiono sul gas molecolare, impedendogli di formare nuove stelle.
La Stazione Spaziale Internazionale è continuamente nel mirino di piccoli detriti, spazzatura spaziale in orbita che a volte la costringe a cambiare la sua traiettoria per evitare pericolose collisioni. Ora, un gruppo di ricercatori giapponesi sta lavorando su un nuovo sistema laser in grado di vaporizzare questi frammenti prima che diventino rischiosi.
La "mancanza" dell'antimateria forse dovuta a un particolare magnetismo del Cosmo
in Spazio & TempoLa spiegazione per l'antimateria mancante nell'Universo potrebbe venire da un particolare campo magnetico sinistrorso che permea tutto il Cosmo.
Gli astronomi, grazie al telescopio spaziale Hubble, sono riusciti a osservare una galassia che dista oltre 13 miliardi di anni luce dalla Terra. Si tratta della più lontana mai osservata.
Osservati per la prima volta drastici sbalzi termici sull'esopianeta 55 Cancri
in Spazio & TempoPer la prima volta, un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge ha rilevato una notevole variabilità atmosferica su un pianeta roccioso extrasolare, con una temperatura che è aumentata di circa tre volte nel corso di due anni.
La corsa alla colonizzazione del Pianeta Rosso potrebbe essere frenata da un ostacolo apparentemente insormontabile. Secondo un nuovo studio, infatti, gli astronauti potrebbero soffrire di una forma di demenza irreversibile, a causa del bombardamento di radiazioni spaziali subito dal loro cervello.
Le galassie morte possono essere risvegliate, anche se brevemente, grazie alle onde di energia che si sprigionano dalle collisioni delle altre galassie, che agiscono come una sorta di defibrillatore.
Viviamo in un ologramma? Un gruppo di scienziati dell'Università Tecnologica di Vienna suggerisce che per il nostro Universo potrebbe valere il principio olografico, ossia tutto quello che conosciamo potrebbe essere la proiezione tridimensionale di uno spazio a due dimensioni.