Destrorse o sinistrorse. Non ci riferiamo alla capacità di utilizzare in prevalenza una delle due mani ma di particolari proprietà delle molecole. È la chiralità e un studio pubblicato su Nature Physics ci rivela un nuovo metodo per identificarla.
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Meglio di un ologramma: quando una particella intrappolata dà vita a un’immagine 3D
in TecnologiaRomanzi e pellicole di fantascienza sono stati spesso la scintilla creativa che ha spinto team di scienziati verso progetti ambiziosi che, con grandi investimenti di risorse, hanno portato il futuro nelle nostre case. Nonostante decenni di ricerche, c’è qualcosa che gli studiosi non sono ancora riusciti a riprodurre: si tratta di ologrammi tridimensionali, simili a quello che compare nel primo episodio di Star Wars. Si tratta dell’ormai iconica proiezione della Principessa Leia che chiede aiuto a Obi-Wan Kenobi, coraggioso cavaliere Jedi e ultima speranza di salvare la galassia dai seguaci del Lato Oscuro della Forza. Qualcosa di molto somigliante a quell’immagine mostrata dal piccolo robot R2-D2 (C1-P8 nella versione italiana) è stata da poco ricreata nei laboratori della Brigham Young University, a Provo, nello Utah.
Vi ricordate di Baymax? Era il tenerissimo robot-infermiere del film di animazione Big Hero 6: un gigante bianco costruito con un materiale morbido. Questo simpatico personaggio era un esempio di soft robot. Scopriamo insieme cos’è la robotica soffice e quali sono i suoi campi di applicazione.
Il sole sta tramontando, stiamo leggendo il nostro libro preferito, e le foglie della pianta sulla nostra scrivania s’illuminano fornendoci la luce necessaria per proseguire la nostra attività. Questa scena potrebbe non essere tanto surreale grazie alle sperimentazioni degli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology.
Il futuro delle "consegne" è già arrivato. E ci porta robot miniaturizzati fatti di DNA che sono in grado di raccogliere particelle e distribuirle in un'area diversa.
Il futuro delle "consegne" è già arrivato. E ci porta robot miniaturizzati fatti di DNA che sono in grado di raccogliere particelle e distribuirle in un'area diversa. Una tecnologia che potrebbe essere utilizzata per una vasta gamma di applicazioni: per esempio, questi robot potrebbero essere impiegati per assemblare composti chimici o per riorganizzare le nanoparticelle sui circuiti.
Robot dall'aspetto strano
Per costruire il robot, Anupama J. Thubagere e colleghi del California Institute of Technology in Pasadena, California, hanno assemblato diversi filamenti di materiale genetico e si muove lungo una traccia, una "guida" composta da una sorta di origami bidimensioale di DNA. Guardandolo, ovviamente con i giusti strumenti, il robot ha un aspetto inconsueto: si ha infatti l'impressione che possegga una "gamba", con due "piedi", e due "braccia", queste ultime usate per trasportare il suo carico. Il robot è in grado di camminare fino a quando non incontra un oggetto progettato per essere trasportato, come una molecola fluorescente progettata appositamente per legarsi alle sue braccia.
Velocità da migliorare
Il robot continua a muoversi fino a quando non incontra il punto, prestabilito, di DNA in corrispondenza del quale fermarsi e depositare il carico. Una volta completata la consegna, il robot è libero di esplorare altre posizioni della traccia di DNA e raccogliere altri carichi. Come si legge sulla rivista Science, che riporta i risultati dello studio, gli scienziati hanno trovato che questi speciali "commessi viaggiatori" avevano ognuno una probabilità di successo di circa l'80 per cento per ogni consegna. Anche se c'è da dire che non sono molto veloci, o almeno secondo gli standard del mondo macroscopico: in circa cinque minuti riescono infatti a coprire una distanza di sei nanometri. Ma gli studiosi stanno già mettendo a punto soluzioni tecnologiche, basate sempre su materiale genetico o su "motori di proteine", che riusciranno a velocizzarli.
[Immagine: credit Demin Liu]
Un gruppo di scienziati cinesi è riuscito a inviare informazioni tra due particelle tra loro in entanglement attraverso... l'acqua di mare. E' la prima volta che viene realizzata una comunicazione quantistica subacquea.
Sviluppato nanomateriale che potrebbe proteggere gli esploratori spaziali
in TecnologiaUno degli ostacoli alle esplorazione spaziali umane deriva dal fatto che le radiazioni dello spazio sono molto dannose per la salute. Ora, però, grazie a un nuovo scudo fatto di un nanomateriale che può riflettere (e trasmettere) la luce questo problema potrebbe essere attenuato.
Un gruppo di scienziati cinesi ha ottenuto la trasmissione di fotoni legati da entanglement quantistico attraverso lo spazio suborbitale e la terra. Inoltre, mentre il precedente record di trasmissione a distanza era di circa 100 chilometri, in questo caso si è coperto uno spazio di oltre 1200 chilometri.
Un gruppo di scienziati della Macquarie University ha sviluppato un nuovo laser simile al superlaser citato in Guerre Stellari e utilizzato dalla temibile 'Morte nera': i superlaser combinano molteplici raggi laser in un unico fascio.
Il Premio Nobel per la Chimica è stato assegnato a Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa per "il design e la sintesi delle macchine molecolari", come si legge nella motivazione dell'accademia Svedese delle Scienze.