Quante volte ci sarebbe piaciuto osservare il cielo stellato nelle calde serate estive e ci siamo accorti che l’illuminazione artificiale ci impediva di godere di questo spettacolo? L’inquinamento luminoso, che noi percepiamo soprattutto in situazioni come quella appena descritta, riveste un ruolo molto più esteso, con conseguenze che non possiamo sottovalutare.
Quante volte ci sarebbe piaciuto osservare il cielo stellato nelle calde serate estive e ci siamo accorti che l’illuminazione artificiale ci impediva di godere di questo spettacolo? L’inquinamento luminoso, che noi percepiamo soprattutto in situazioni come quella appena descritta, riveste un ruolo molto più esteso, con conseguenze che non possiamo sottovalutare.
Inquinamento luminoso
Cos’è l’inquinamento luminoso? È definito come qualunque alterazione della quantità di luce naturale presente nelle ore notturne nell’ambiente esterno, dovuta all’illuminazione artificiale. L’entità di questo fenomeno è facile da concepire leggendo i dati raccolti per l’atlante della luce artificiale, pubblicato nel 2016 su Science Advances: scopriamo così che, a causa di questo tipo di inquinamento, la Via Lattea è nascosta a più di un terzo dell’umanità. L’illuminazione artificiale, però, non è solo un problema per astrofili. L’alternanza di luce e buio è alla base della fisiologia di flora e fauna, basti pensare al più conosciuto processo chimico esistente in natura, la fotosintesi clorofilliana. Un approfondimento da poco pubblicato su Nature ci mette in guardia dalla pericolosità dell’illuminazione artificiale dal punto di vista ecologico.
Hai paura del buio?
Le fotografie scattate dallo spazio che abbiamo potuto ammirare in questi anni ci danno la testimonianza tangibile di come la notte stia scomparendo per via della luce diretta, diffusa e per l’utilizzo sempre più esteso dei LED (Light Emitting Diode). Questi dispositivi, ora molto popolari in quanto più efficienti energeticamente rispetto alle lampadine a incandescenza, sono particolarmente insidiosi: emettono luce bianca in un largo spettro di frequenze, alcune delle quali possono interferire con la vita di animali e vegetali. Gli ecosistemi stanno subendo silenziosamente dei gravi danni per la nostra “paura del buio”. Numerosi team di scienziati, dislocati in differenti zone del mondo, sono al lavoro per studiare gli effetti dell’ennesima intromissione antropica nei ritmi della natura.
I danni sugli ecosistemi
Sappiamo da anni che la luce artificiale notturna può disorientare gli uccelli migratori e le tartarughe marine, o ancora, stimolare lo sviluppo di disturbi del comportamento in grilli, falene, pipistrelli e nell’uomo stesso. Nuove ricerche hanno esaminato cosa accade a livello di ecosistema: la mancanza di una vera e propria notte può influenzare il ciclo riproduttivo delle piante, la vita di insetti impollinatori – diminuendo così la produzione di frutti – o può addirittura influire sui ritmi di migrazione dello zooplancton di un lago. Questi, purtroppo, sono solo alcuni degli aspetti presi in considerazione.
Nell’articolo di Nature, Kevin Gaston, specialista in biodiversità e conservazione dell’Università di Exeter (Regno Unito), afferma che negli ultimi anni c’è stato un incredibile miglioramento nel livello di comprensione dei fenomeni legati all’illuminazione. Al di là di queste parole, è comunque facile intuire che ci sia ancora tanta strada da percorrere, soprattutto in vista di una riduzione della luce artificiale. Perché “la notte è metà della storia”.
Il Sole è la nostra sorgente di luce naturale ma è anche fonte di energia pulita. Scopritene di più acquistando il numero di giugno di Sapere e leggendo “La forza del Sole” di Alessandro Massi Pavan e Vanni Lughi.