La missione DART (Double Asteroid Redirection Test) aveva come obiettivo di colpire il piccolo asteroide Dimorphos (che orbita intorno al più grande Dydimos) per verificare quanto l’impatto potesse modificare la sua traiettoria, cioè far deviare la sua orbita.
Impatto riuscito
La manovra è riuscita alla perfezione e il video accelerato degli ultimi 5 minuti della missione è straordinario. Si vede il corpo più grande scomparire sulla sinistra mentre la sonda, con piccoli aggiustamenti della sua corsa (che si riflettono in lievi modifiche dell’inquadratura), si dirige verso il suo bersaglio.
Lo spettacolo era di quelli che non si poteva perdere e 40 telescopi (compresi Hubble Space Telescope e JWST) erano puntati sul piccolo asteroide per immortalare la nuvola di detriti liberata al momento dell’impatto.
Gli esperti di impatti planetari sanno che l’entità del fenomeno dipende criticamente dalla densità e dalla coesione del corpo colpito. Dalle ultime immagini inviate da DART prima dello schianto (gli ultimi fotogrammi del filmato) si intuiva che doveva essere un asteroide simile a Ryugu e Bennu, recentemente studiati dalla Jaxa e dalla NASA, un ammasso di materiale tenuto insieme dalla sua debole attrazione gravitazionale. Un materiale poco coeso reagisce in modo molto più eclatante di un materiale solido, ed è quello che hanno visto i telescopi che dall’emisfero sud stavano puntando Dimorphos.
Le immagini da LICIAcube e SAAO
Come si vede dalla sequenza di immagini raccolte dal South African Astronomical Observatory si è formata una spettacolare nuvola di polvere, che è rapidamente cresciuta, diventando più grande delle dimensioni della Terra (e di Dimorphos, che ha un diametro di appena 170 m).
Ancora più spettacolari le immagini raccolte “in loco” da LICIAcube, il piccolo cubesat italiano (grande come una scatola da scarpe) che aveva viaggiato insieme a DART ed era stato rilasciato il 12 settembre. Un testimone oculare eccezionale i cui dati saranno utilissimi per capire a fondo le caratteristiche dell’asteroide colpito, attraverso lo studio degli effetti dell’impatto.
In copertina: immagine dell’impatto ottenuta da LICIAcube (credit ASI/NASA).
