Oggi parliamo di “stelloni”. Certo, da lontano le stelle sembrano tutte piccole e graziose, come lucciole che sfavillano nel cielo notturno. Ma da vicino molte di esse farebbero letteralmente impallidire il nostro Sole. In passato si pensava che la stella più grande di tutte quelle conosciute fosse UY Scuti, con un raggio pari a 1700 raggi solari (il raggio solare equivale a 696 340 km).
La stella più grande conosciuta
Adesso il primato le è stato soffiato da un’altra stella ancora più grossa. Stiamo parlando di Stephenson 2-18, un mostro con un raggio pari a circa 2150 raggi solari (1,5 miliardi di km!) – questa la stima ricavata tramite la temperatura superficiale – e un volume circa 10 miliardi di volte maggiore del Sole. In pratica, se posizionata al posto del Sole, il suo bordo esterno raggiungerebbe l’orbita di Saturno, inglobando Mercurio, Venere, Terra, Marte e Giove!
Stephenson 2-18, di classe spettrale M6, si trova in un gruppo di altre stelle, alcune molto grandi, detto Cluster di Stephenson 2, dove vi sono altre 28 supergiganti rosse, nella costellazione dello Scudo. L’ammasso RSGC2 (Stephenson 2) dove risiede e il suo vicino RSGC1 contengono circa il 20% di tutte le supergiganti rosse conosciute nella Via Lattea e sono bersagli frequenti per osservazioni che studiano l’evoluzione pre-supernova.
Cos’è una supergigante rossa?
Queste enormi stelle morenti hanno una massa iniziale da circa 9 fino a 40 volte la massa del Sole. Quando una stella diventa una supergigante rossa, la sua atmosfera si espande tanto da diventare grande e luminosa, ma di bassa densità. Questa stella non fa eccezione, ed è anche lei una supergigante rossa con un’età stimata tra i 14-20 milioni di anni, è posta a 18 900 anni luce dalla Terra. I suoi dati sono sconvolgenti.
Oltre alle dimensioni, anche la sua luminosità media è immensa. Si parla di 440 000 volte quella del Sole e una temperatura superficiale di 3200 K. Sebbene la sua luminosità straordinaria le permetterebbe comodamente di essere visibile a occhio nudo dalla Terra, questo non è possibile a causa dell’altissimo assorbimento delle polveri e gas che la sua luce deve attraversare per arrivare a noi.
Le scale temporali dell’evoluzione stellare dipendono dalla massa della stella. Solitamente, la regola che governa l’evoluzione stellare è che maggiore è la massa presente, più veloce è l’evoluzione attraverso le fasi di consumo di carburante. Un’altra proprietà direttamente legata alla massa e all’evoluzione di una stella è la sua luminosità. La relazione massa-luminosità dimostra che la sequenza principale su un diagramma H-R (un grafico che traccia la luminosità delle stelle rispetto alle loro temperature superficiali) è una progressione in massa così come in luminosità e temperatura superficiale. Per questo il diagramma di Hertzsprung-Russell è così importante. Esso consente agli astronomi di concettualizzare visivamente la relazione massa-luminosità per quanto riguarda l’evoluzione del consumo di “carburante” delle stelle e tracciare visivamente le diverse fasi del ciclo di vita in evoluzione delle stelle.
Immagine di copertina: credit Aladin Lite – Wikimedia