L’Italia conserva una grande varietà di paesaggi rurali tradizionali, frutto del lavoro dell’uomo che nel corso dei secoli ha modellato il territorio per adattarsi alle diverse condizioni morfologiche e climatiche. Il risultato è costituito da paesaggi di grande valore, non solo estetico o culturale, che rappresentano una risorsa per lo sviluppo delle aree rurali, nonostante i cambiamenti socio-economici del Novecento abbiano causato la perdita di gran parte degli assetti tradizionali, per l’industrializzazione dell’agricoltura di pianura e per l’abbandono delle attività agricole, della cura dei boschi e della pastorizia in seguito allo spopolamento delle zone montane.
Nel corso del Dottorato in Scienze e tecnologie per la gestione forestale e ambientale svolto presso l’Università della Tuscia a Viterbo e successivamente come assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze, sono stati analizzati nel dettaglio e cartografati 122 differenti paesaggi storici ancora presenti in Italia. Questa ricerca, promossa dal Ministero per le Politiche Agricole, ha individuato le caratteristiche identitarie, le principali minacce e le potenzialità di questi paesaggi.
I vigneti terrazzati delle Cinque Terre o i limoneti della costiera amalfitana sono un’attrattiva turistica rinomata in tutto il mondo, ma accanto ai più noti l’Italia ne vanta tanti meno conosciuti, come i pascoli con carrubi del ragusano o gli oliveti terrazzati di Vallecorsa nel Lazio; questi possono essere valorizzati e rafforzare le economie locali, grazie anche a prodotti alimentari di qualità riconosciuti da marchi quali Slow Food, Denominazione di Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP), Denominazione di Origine Controllata (DOC) o Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).
Gli aspetti turistici o produttivi sono un volano per le economie locali, ma i paesaggi storici sono una risorsa anche per la protezione idrogeologica o per gli alti livelli di biodiversità che possono offrire. La manutenzione del territorio rurale è infatti una difesa strategica contro i fenomeni franosi che periodicamente colpiscono il territorio nazionale, come accaduto nel caso delle frane dell’ottobre 2011 alle Cinque Terre, in gran parte riconducibili all’abbandono delle coltivazioni e dei terrazzamenti in pietra a secco.
Infine i paesaggi storici sono legati alla conservazione della diversità bio-culturale, cioè della biodiversità che deriva da attività antropiche, come le coltivazioni tradizionali, il pascolo brado e il mantenimento di siepi, muretti a secco e terrazzamenti.
Questi paesaggi che provengono dal passato, così importanti per i diversi servizi e le opportunità che offrono, devono essere conosciuti e valorizzati perché rappresentano una risorsa unica e non riproducibile per il futuro delle zone rurali.