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11 Feb 2022

Un’onda di tempesta alta 28 metri sulle coste europee

Alvise Benetazzo e Luigi Cavaleri

Alvise Benetazzo e Luigi Cavaleri
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Per i naviganti, e in tempi più recenti per i progettisti delle piattaforme petrolifere, la domanda chiave è “quanto alte possono essere le onde di tempesta?”.
Negli anni, l’esperienza diretta e le sempre più numerose misure, sia da satellite che da boe oceanografiche, hanno spinto i valori possibili delle altezze d’onda sempre più in alto.

 

Quanto può essere alta un’onda durante la tempesta?

Durante la tempesta del gennaio 2014 nel Nord Atlantico si è stimato che l’altezza significativa – una misura dell’energia della mareggiata – abbia sfiorato i 20 metri (dati del modello del Centro Meteorologico Europeo per le Previsioni a Medio Termine, ECMWF). Questo significa che vi erano certamente singole onde superiori a 35 metri di altezza. Spinto dal vento, il mare lungo (swell) che ne è seguito ha spinto onde di eccezionale energia sulle coste occidentali europee.

 

 

 

Fortunatamente, una boa spagnola, situata a nord-ovest della penisola iberica, è riuscita a misurare un treno di tre onde consecutive, alte fino a 28 metri (come un edificio di 9 piani). L’analisi che ne è seguita, pubblicata su Scientific Reports, a cui hanno partecipato l’Università di Torino, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università di Lille (Francia) e Puerto del Estado (Spagna), ha dimostrato che la caratterizzazione di onde di tale altezza richiede tecniche avanzate di analisi non-lineare multi-dimensionale. Partendo dall’informazione sullo stato energetico del mare, queste tecniche sono in grado di spiegare l’apparire di tali cosiddette “onde anomale”, cioè come nel mezzo di una tempesta possano generarsi onde alte fino a 2 o 3 volte l’altezza significativa.

 

Possiamo prevedere le onde anomale?

È possibile prevedere in anticipo questi “eventi anomali”? La risposta è affermativa, ma solo in senso probabilistico. Molto semplicemente, non è possibile stabilire in maniera deterministica il “dove e quando” questi eventi si realizzeranno. Tuttavia, nota l’energia del mare (e questo fa parte delle normali previsioni), è possibile fornire la probabilità di eventi simili, e questa è l’informazione cruciale per i naviganti e le piattaforme petrolifere.
La pericolosità di questi eventi non concerne solo le onde oceaniche, ma anche quelle più “nostrane”, costiere o meno. È bene ricordare che, per esempio in un “banale” mare con 1 m di altezza significativa, in certe condizioni si possono incontrare, praticamente senza preavviso, singole, isolate onde fino a 2 o 2,5 m di altezza. Queste onde non sono eventi isolati di un momento, ma possono percorrere, con poca modifica della loro altezza, distanze considerevoli.
L’analisi dell’onda da 28 m ha stimato che la durata del pacchetto di tre onde sia stata di circa 20 minuti, e che abbiano percorso quasi 20 km di distanza. In tutte queste situazioni e nell’attività giornaliera le previsioni giocano un fattore essenziale, prevedendo su tutti i mari italiani, ma, a più ampio respiro, anche mondiali, non solo l’altezza significativa per i prossimi giorni, ma anche la probabilità di questi eventi solo apparentemente anomali.

Alvise Benetazzo e Luigi Cavaleri
Alvise Benetazzo e Luigi Cavaleri
Alvise Benetazzo, ingegnere idraulico, dottorato in Ingegneria Ambientale, è primo ricercatore presso l’Istituto di Scienze Marine del CNR a Venezia. Lavora nel campo dell’interazione tra oceano e atmosfera e nella misura e previsione delle onde estreme durante le mareggiate. Ha pubblicato varie decine di lavori scientifici e coordinato progetti di ricerca internazionali e nazionali nel campo della fisica oceanografica.Luigi Cavaleri, ingegnere meccanico, master USA in Aeronautics, è stato direttore dell’Istituto di Scienze Marine del CNR a Venezia. Successivamente andato in pensione, continua tuttora come ricercatore associato. Ha lavorato e lavora sulla fisica delle onde del mare, la loro interazione con l’atmosfera, sia teoricamente e con modelli previsionali che con dirette misure in mare. Ha pubblicato diverse centinaia di lavori scientifici su riviste internazionali.      
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