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20 Ott 2023

Il cammino dei trilobiti

Marco Signore

Marco Signore
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Tra tutti gli invertebrati del passato, probabilmente i trilobiti sono i più conosciuti, e per diversi buoni motivi: oltre a essere fossili guida importantissimi, sono riusciti a popolare i mari del pianeta per l’intera èra Paleozoica, cioè 340 milioni di anni circa, più dei dinosauri e dei mammiferi messi assieme, per fare un paragone temporale.

I trilobiti sono artropodi, quindi parenti di insetti, crostacei e ragni, e si sono estinti completamente alla fine del Paleozoico durante la più grande crisi biologica mai avvenuta sul nostro pianeta. Comprenderne la biologia e l’ecologia aiuterebbe molto a capirne l’impatto sugli ecosistemi marini del più lungo periodo della storia della vita sulla Terra.

 

I trilobiti: dove vivevano e come si muovevano

I trilobiti vivevano praticamente ovunque: attaccati ad alghe galleggianti o nuotando presso i fondali, nascondendosi nella sabbia o scalando scogliere, ed erano diffusi in ogni mare della Terra paleozoica, anche per questo sono ottimi fossili guida.
Fino a oggi, il movimento di questi animali è stato ricostruito basandosi sulle tracce fossili a loro attribuite, suddivise in cinque tipi principali. Tuttavia, le tracce fossili presentano alcuni grandi problemi: la stessa traccia può essere lasciata da organismi differenti che compiono la medesima azione sullo stesso substrato; oppure uno stesso organismo può lasciare differenti tracce in base all’azione e al substrato. Per esempio, se noi camminiamo o corriamo su una spiaggia, lasciamo due tracce differenti.

trilobiti camminata

 

Recenti ritrovamenti fossili e lo sviluppo di nuove tecnologie hanno permesso molti avanzamenti nella conoscenza di questo gruppo. In particolare, questa volta parliamo di una ricerca pubblicata su iScience dagli spagnoli Jorge Esteve e Pedro Rubio, che hanno sviluppato un modello tridimensionale computerizzato per comprendere meglio la locomozione dei trilobiti.

Il modello ha identificato due modalità di movimento principali per i trilobiti: camminata lenta e veloce. Entrambe le modalità sono controllate dal “piano di costruzione” (bauplan) di questi artropodi, che ne determina la distanza tra le zampe e la flessibilità del corpo.

 

Tante zampe, due andature

I risultati del modello tridimensionale computerizzato dimostrano che, in condizioni ben definite (cioè che in un dato momento almeno tre zampe toccano il substrato, di cui due dallo stesso lato; e che le zampe non si incrociano mai), l’andatura dei trilobiti ricorda molto quella dei millepiedi e degli isopodi (crostacei i cui più noti esponenti sono i porcellini di terra).

Le numerose zampe, in effetti, danno origine a due soli tipi di andatura: una in cui le zampe si incontrano vicino al substrato (bassa velocità), e l’altra in cui le zampe si incontrano più in alto e vicine all’animale (alta velocità). Le due modalità di locomozione forniscono diversi vantaggi in base al tipo di substrato o al comportamento dell’organismo.

 

Sul terreno… o sotto di esso!

Il modello riesce a spiegare i diversi tipi di tracce fossili note attribuite ai trilobiti. Per esempio, Cruziana sembra essere generata dal primo tipo di locomozione, quella lenta, probabilmente usata anche durante il nutrimento; Diplichinites, invece, è originata da un trilobite che andava piuttosto di fretta. È anche interessante notare che i trilobiti si infossavano usando il tipo di locomozione lenta (la traccia fossile corrispondente si chiama Rusophycus).

C’è inoltre da aggiungere che, per quanto esistano ancora limitazioni alla conoscenza dei trilobiti – per esempio non è nota la lunghezza esatta delle zampe in tantissimi casi – il modello sviluppato dai ricercatori spagnoli è in grado di prevedere il movimento per molte forme diverse di trilobiti, e non è influenzato appunto dalla lunghezza delle zampe. Ancora una volta i computer diventano quasi delle macchine del tempo e ci portano in mondi svaniti da milioni di anni: sarà questa la nuova frontiera della paleontologia?

 

Immagine di copertina: Muzejní komplex Národního muzea – Wikimedia

Immagine interna all’articolo: da J. Esteve, P. Rubio, “Understanding locomotion in trilobites by means of three-dimensional models“, iScience, 2023.

 

Marco Signore
Marco Signore
Laureato a Napoli in Scienze Naturali, PhD all'Università di Bristol in paleobiologia con specializzazioni in morfologia e tafonomia, è nella divulgazione scientifica da quasi 20 anni, e lavora presso la Stazione Zoologica di Napoli "Anton Dohrn". Nel tempo libero si occupa anche di archeologia, oplologia, musica, e cultura e divulgazione ludica.
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