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04 Ago 2023

I farmaci agnostici contro i tumori: il futuro dell’oncologia?

Morena Miciaccia

Morena Miciaccia
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Una nuova frontiera contro i tumori

L’impiego di farmaci antitumorali innovativi, i cui bersagli sono presenti a livello delle cellule tumorali o delle cellule del microambiente tumorale, sta cambiando la prognosi e la risposta alle terapie di numerose malattie neoplastiche.

Dall’introduzione dei primi inibitori delle protein-chinasi fino a quella degli anticorpi monoclonali, in poco più di due decenni si sono resi disponibili oltre 140 farmaci antitumorali bersaglio-specifici, i quali permettono una terapia selettiva e mirata sul tumore, esempio classico di quella che è definita medicina di precisione.

 

Come agiscono i farmaci agnostici?

I cosiddetti farmaci agnostici sono farmaci il cui impiego non si limita a una singola tipologia di tumore, ma prende in esame la presenza di una sua specifica alterazione molecolare, indipendentemente dall’organo coinvolto e dalla sede di origine della malattia. Il loro sviluppo, difatti, si basa sulla diagnostica molecolare e sull’analisi del profilo genomico del tumore.

Questa importante osservazione ha permesso la progettazione di trial clinici finalizzati a testare l’efficacia di farmaci diretti su specifici bersagli molecolari in pazienti affetti da patologie tumorali differenti, che condividevano la presenza di biomarcatori molecolari comuni.

L’opportunità di curare il cancro in base alla presenza di specifiche alterazioni genetico-molecolari rappresenta un approccio più selettivo ed efficace, sia nelle fasi di malattia avanzata, quando il tumore ha mostrato resistenza alle precedenti terapie farmacologiche standard, sia soprattutto nella cosiddetta terapia di prima linea.

Avere a disposizione un farmaco innovativo, che agisca in modo mirato e non più indiscriminato, può cambiare radicalmente le prospettive di trattamento di una malattia oncologica.

 

Un esempio: l’entrectinib

Il più recente farmaco agnostico, approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), è l’entrectinib, utilizzato per il trattamento di pazienti adulti e pediatrici di età pari o superiore a dodici anni con neoplasie caratterizzate da fusione dei geni del recettore tirosin-chinasico neurotrofico (NTRK, Neurotrophic Tyrosine Receptor Kinase) e carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC, Non-Small-Cell Lung Cancer) in stadio avanzato ROS1-positivo.

 

La ricerca è solo all’inizio

Il successo dell’approccio agnostico alla terapia dei tumori non è scontato né banale, poiché la variabilità dei risultati clinici è strettamente correlata all’intrinseca complessità molecolare del tumore, che spesso presenta differenze specifiche sostanziali a livello tissutale e cellulare.

Gli sforzi della ricerca compiuti in questa direzione porteranno all’individuazione di ulteriori bersagli terapeutici e dei meccanismi mediante i quali i tumori sviluppano resistenza ai farmaci innovativi, rappresentando un progresso significativo in oncologia.

Le strategie di sviluppo di nuovi farmaci agnostici saranno essenziali per sconfiggere il cancro, oltre ad essere un risultato fondamentale nell’ambito della medicina di precisione, che sta ampliando le prospettive terapeutiche per migliaia di pazienti oncologici.

 

 

Morena Miciaccia
Morena Miciaccia
Ricercatrice di tipo A in Chimica Farmaceutica presso il Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco, Università di Bari. È laureata in Farmacia con Dottorato di Ricerca in Scienze Biomolecolari Farmaceutiche e Mediche. La sua attività di ricerca è incentrata sullo sviluppo di nuovi composti ad attività antitumorale e loro validazione biologica tramite modelli preclinici in vitro. È attiva nella divulgazione scientifica con Chemisonoperso, il podcast della SCI-Sezione Puglia. LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/morena-miciaccia/
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