Negli ultimi anni preparare il pane in casa, con un lievito madre cresciuto da noi con tanta pazienza e amore o frutto di un regalo di qualcuno più esperto, è diventato una vera e propria tendenza. La faccenda, però, si fa più interessante se uno strano personaggio proveniente dal mondo della tecnologia, un'archeologa e un microbiologo decidono di preparare una pagnotta con un microrganismo vissuto in Egitto 4.500 anni fa.
Lo strano personaggio in questione è Seamus Blackley, inventore della Xbox - la famosa console per videogiochi - ma anche egittologo e appassionato di panificazione. Come riportano la BBC e il sito Smithsonian.com, Blackley insieme a Serena Love, archeologa della University of Queensland, e a Richard Bowman, microbiologo della University of Iowa, ha avuto accesso alle collezioni di ceramiche del Peabody Essex Museum e del Museum of Fine Arts di Boston, in particolare ai contenitori adoperati dagli egizi per preparare birra e pane, per poterne ricavare il lievito in esse probabilmente conservato.
Per campionare un lievito antico a partire da reperti archeologici solitamente si può procedere in due modi. Si raccoglie il materiale presente sulla superficie - ma con tutta probabilità contaminato dai moderni lieviti - oppure si opera per via invasiva, di fatto distruggendo (anche se in minima misura) l'oggetto per avere accesso alla parte più interna, protetta dal contatto con l'esterno. Blackley e la sua squadra hanno, invece, scelto una terza strada: è stato iniettato nei contenitori risalenti all'Antico Regno egizio, un fluido nutriente in grado di risvegliare il lievito addormentato da ormai 4.500 anni. Successivamente il liquido è stato estratto e suddiviso tra l'egittologo amante del pane, per cercare di preparare una pagnotta dal "sapore di un tempo che fu", e il microbiologo, per analizzarne la genetica e capire prima di tutto se il lievito non sia figlio di una contaminazione odierna e poi ricavare la storia di evoluzioni e mutazioni del microrganismo.
Come è andata la preparazione del pane con questo così speciale lievito? Potete giudicarlo voi stessi seguendo i tweet di Seamus Blackley:
Two weeks ago, with the help of Egyptologist @drserenalove and Microbiologist @rbowman1234, I went to Boston’s MFA and @Harvard’s @peabodymuseum to attempt collecting 4,500 year old yeast from Ancient Egyptian pottery. Today, I baked with some of it... pic.twitter.com/143aKe6M3b
— Seamus Blackley (@SeamusBlackley) 5 agosto 2019
Il lievito è stato dapprima risvegliato con acqua, farro e orzo macinati a mano, poi impastato con olio non filtrato e ancora con farro, orzo e kamut, tutti ingredienti probabilmente esistenti nell'epoca di provenienza del microrganismo. L'impasto lievitato è stato, quindi, cotto in un forno convenzionale. Il risultato sembra molto invitante e, a detta del panificatore amatoriale, il lievito ha conferito al pane un aroma più dolce e una mollica leggera e ariosa. Ottimo per un ingrediente di 4.500 anni fa!
Per la sequenza genomica dovremo ancora aspettare ma Seamus è già in fermento per nuove avventure da gastroegittologo: si augura di poter riprovare l'esperimento culinario con ceppi più puri di lieviti dell'Antico Regno e spera di replicare, con l'aiuto di Serena Love, strumenti e metodi di preparazione impiegati dalla civiltà egizia. I permessi per raccogliere campioni dai reperti museali di Antico, Medio e Nuovo Regno sono già stati concessi. I lieviti non rimarranno lì, dormienti, ancora per molto.
Credits immagine: foto di fancycrave1 da Pixabay