Dopo 6 anni di chiusura, e un ingente lavoro di restauro e ammodernamento, in occasione della Giornata mondiale degli oceani, lo scorso 8 giugno, Napoli ha riavuto il suo amato e popolare acquario. L’Aquarium della Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN) ha infatti riaperto i battenti, mantenendo l’originale struttura architettonica, ma dotandola dello stato dell’arte in fatto di tecnologie e impianti di filtrazione e controllo dei parametri delle vasche a garanzia del benessere animale.
Il sogno di Dohrn: la nascita dell’Acquarium
Possiamo solo immaginare le sensazioni che gli ospiti possono aver provato quando il 26 gennaio 1874 varcarono per la prima volta le porte dell’Acquario a Napoli, voluto dal naturalista e imprenditore tedesco Anton Dohrn. Uno dei primi acquari pubblici in Europa, consentiva alle persone di camminare letteralmente sui fondali del Golfo di Napoli.
Dohrn era convinto di poter dimostrare la veridicità delle tesi di Darwin usando lo studio degli organismi marini, e quindi investì il suo ingente patrimonio di famiglia per costruire una Stazione Zoologica a Napoli, il cui Golfo possiede una ricchissima biodiversità (come pochi altri posti in Europa) grazie alla particolare natura geologica e idrografica. Il sogno di Dohrn era quello di creare una rete di stazioni scientifiche per lo studio della vita nel mare, quel che oggi chiamiamo biologia marina (e oceanografia biologica): sogno che oggi noi viviamo ma che lui poté solo intravedere con il successo del suo istituto.
I fondi per la ricerca
Tuttavia, per fare ricerca e pubblicare, per mantenere un intero istituto, occorrevano fondi. Dohrn si dimostrò sagace imprenditore avviando una pratica di successo: l’affitto dei tavoli. In pratica, scienziati da ogni parte del mondo potevano noleggiare un tavolo di studio presso la Stazione Zoologica, e avere così a disposizione una propria postazione di ricerca assistita da laboratori, fabbrica artigianale di vetri, servizio pesca, ed esemplari per le proprie ricerche.
Questo sistema, all’epoca assolutamente innovativo, rese subito la SZN famosa in tutto il mondo, insieme con la vendita di esemplari conservati (oggi quasi tutti i musei nel mondo possiedono campioni creati alla SZN). Ma Dohrn comprendeva anche che la scienza – e l’arte che con essa andava a braccetto – potesse e dovesse esser resa pubblica; così concepì l’idea di aprire un acquario dove i visitatori, dietro pagamento di un biglietto, potessero per la prima volta vedere dal vivo animali e piante del Golfo di Napoli. Anche questa sua seconda idea ebbe un successo straordinario, e a tutt’oggi “l’acquario” è una tradizione per i napoletani.
La finestra sul Golfo
Nel nuovo Aquarium i visitatori possono tornare a vedere dal vivo i vari ambienti che si succedono in quella culla di biodiversità che è il Golfo di Napoli. In 19 vasche più di 200 specie animali e vegetali raccontano ai visitatori il passato e il presente del Golfo, e con una sezione dedicata alle scogliere coralline (che accoglie animali adottati da acquari in chiusura nel resto d’Europa) può mostrare cosa potrebbe succedere con il continuo aumentare delle temperature nei mari, Mediterraneo incluso. Altre vasche presentano habitat peculiari della zona partenopea, come la città sommersa romana di Baia coi suoi gronghi, o l’ancora inesplorato Canyon Dohrn, che si apre proprio davanti alla SZN scendendo oltre i 1300 metri di profondità.
Per conservare il nostro bistrattato pianeta occorre conoscerlo e imparare a preservarlo, e questa conoscenza passa certamente anche attraverso l’Aquarium della Stazione Zoologica Dohrn.